Aramis & Jineva

Di Alice Bianchi e Ivan P.V. Aweso
Credit: Music: https://www.purple-planet.com
Atto iniziale / Gente che urla: una nave pirata sta venendo risucchiata da un enorme mostro marino.

Atto 2 /
Una schiera di schiavi sfila in catene: c’è un asta.
Tra loro vi è il protagonista. Vengono tutti comprati, eccetto lui.
Un uomo raffinato e una ragazza di eleganza esotica, valutano così, al ribasso, il nostro schiavo. Lo prendono.
Il protagonista poco dopo si ritrova davanti a un’imbarcazione immensa, punteggiata di lumi, e sente risuonare versi intonati allegramente. Lungo la passerella viene spintonato verso lo schiamazzo della ciurma che sta gridano in coro: «Hip hip urrà! Ecco Capitan Essenza! Ed ecco Lady G.!».
Capitan Essenza comanda alla sua spalla, nonché sua figlia, di adoperarsi per condurre lo schiavo alla cala vele. Lei, burbera nei modi, sbologna la manovra a due mozzi.
Il protagonista esegue tutti gli ordini che gli vengono dati: dal pelare le patate ad oliare la catena. La ragazza tiene la ciurma in pugno servendosi del suo fascino, di una materna voce di contralto, e della grazia dell’umorismo.
L’equipaggio d’improvviso si ritrova avvolto da una fitta e impenetrabile nebbia. La temperatura cala e tutti loro sentono il freddo penetrare nelle ossa: è burrasca di neve… Il vento gelido graffia loro la pelle.
Non avevano mai assistito a niente del genere.
Piovono fiocchi di neve e il comportamento dell’equipaggio muta.
La nave trema.
Sopraggiungono i fulmini dal cielo, e dal mare emerge il leggendario Mostro Marino che dà avvio al massacro: gli uomini iniziano a combattere tra loro, sembra che ignorino la minaccia abissale.
Lady G. ordina al protagonista di andare lontano da tutti, a cercarsi un nascondiglio sicuro. Lui ubbidisce e va sottocoperta. Lo scricchiolio del legno gli svela dove è più cauto rifugiarsi, fino a che non sente: spari, due tonfi nell’acqua ed urla indistinte. D’istinto torna su.
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Atto iniziale / Il protagonista vede il sangue per terra e i compagni di prima che si massacrano in preda alla follia. Prova terrore voltando lo sguardo al mare: le mandibole del Mostro Marino stanno lacerando gli sventurati che si erano tuffati. Lui pensa: «Ero morto già prima. Schiavo dall’età di sette anni, poi profugo catturato dopo l’esilio forzato dalla terra di mia madre.
Non c’è via di scampo…».
Mentre Capitan Essenza e Lady G. combattono contro i loro stessi uomini e contro quel temibile mostro, il protagonista si trova in un campo di battaglia: sangue e brandelli di carne cosparsi ovunque; gemiti di sofferenza; pianti convulsi e stridio di ferraglia unito a colpi di pistola.
Il protagonista fa da scudo con il suo corpo Lady G. parando un proiettile diretto alla sua schiena: le salva la vita. Lady G. rimane per un poco immobilizzata dallo shock, poi va al timone, che era rimasto incustodito. Il protagonista perde sangue in silenzio. Ormai è troppo tardi: la chiglia si incaglia su di uno scoglio.
Capitan Essenza e il suo equipaggio vengono risucchiati dal tremendo Mostro Marino. Lady G. vede lo schiavo in piedi, gli va più vicino, è stupefatta: la sua ferita non c’è più.
Poi un‘onda anomala tronca di netto il boma e l’acqua trabocca d’ogni dove. Allora Lady G. comanda al suo equipaggio fantasma: «Abbandonate la nave!». Sono tutti dispersi. Il protagonista nuota verso Lady G. mentre trascina con una mano un grande legno piatto. Salgono sopra quella zattera di fortuna e vanno alla deriva addentrandosi nel buio del mare.
Scende, a catinelle, la pioggia dal cielo. Lady G. scorge le orecchie a punta di lui che fino a quel momento erano rimaste coperte dai suoi lunghi capelli perennemente lisci e scuri, ne è stupita, ma ha troppa paura addosso: le domande le si strozzano in gola.
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